Europa

Charleroi, la Detroit d’Europa

Charleroi, la Detroit d’EuropaCharleroi, Belgio – Le foto del reportage sono di Andrea Sabbadini

Reportage Negozi chiusi, fabbriche dismesse e devastazione ambientale. Nell’ex cuore siderurgico e minerario del Belgio un cittadino su quattro vive del sussidio di disoccupazione, quasi la metà della popolazione non ha un titolo di studio, le malattie causate dal lavoro mietono vittime e metà del patrimonio immobiliare è in stato di abbandono. Ecco cosa accade quando muore una città industriale

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 25 giugno 2014
Il campanile della cattedrale di Charleroi è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità, così come la miniera ora musealizzata della vicina Marcinelle, ormai un sobborgo del capoluogo, dove la mattina dell’8 agosto del 1956 un incendio a quasi mille metri di profondità uccise 262 «musi neri», 136 dei quali italiani. Attorno è il disastro. Nella bella e spaziosa piazza centrale due bar sono affollati a tutte le ore di gente di tutte le età e provenienze. Sono le quattro e mezza di un giorno feriale e nessuno sembra essere al lavoro, ma se si leggono i dati sulla disoccupazione in città...

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