Cultura
John Berger, gli animali e le forme della percezione
Addio a John Berger L'attenzione verso gli animali è presente nella sua opera fin dai primi anni Settanta. Lo testimoniano diversi scritti, tra narrativa e saggistica, tra cui l'ultima raccolta antologica tradotta in Italia per Il Saggiatore dal titolo «Perché guardiamo gli animali?»
Addio a John Berger L'attenzione verso gli animali è presente nella sua opera fin dai primi anni Settanta. Lo testimoniano diversi scritti, tra narrativa e saggistica, tra cui l'ultima raccolta antologica tradotta in Italia per Il Saggiatore dal titolo «Perché guardiamo gli animali?»
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 4 gennaio 2017
Adesso può osservarci tutti, finalmente, dall’unica prospettiva assoluta: quella di dio. In pochi sanno che John Berger soffriva di cataratta eppure, come Le Corbusier che era cieco da un occhio, la sua capacità visiva era più ampia del comune. Vedere meno, forse di meno, significa poi vedere diversamente: un modo per capire che ogni cosa implica una prospettiva. «Il mondo» è sempre e comunque «un mondo», nel senso che ne è un tipo, perché per ogni esemplare vivente esiste un esemplare di mondo che gli corrisponde. CON BERGER muore un gigante dell’idea, ormai purtroppo in disuso anche in filosofia, che...