Alias
Free, il fascino della «cosa»
La riproposta in forma di libro, dopo circa mezzo secolo, di uno scritto di George Perec, è l’occasione per tornare a discutere di «new thing»
La riproposta in forma di libro, dopo circa mezzo secolo, di uno scritto di George Perec, è l’occasione per tornare a discutere di «new thing»
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 1 dicembre 2018
La riproposta, circa mezzo secolo dopo, di un noto articolo del grande scrittore patafisico e neosurrealista George Perec (1936-1982), sottoforma di libricino di 42 pagine (edito da EDB Lampi d’autore) con una breve intensa postazione del semiologo Paolo Fabbri (1939) potrebbe essere l’occasione propizia per tornare a discutere di free jazz, a sessant’anni dalla nascita più o meno ufficiale con Ornette Coleman, Cecil Taylor, Sun Ra e indirettamente Charles Mingus, Max Roach, Sonny Rollins. Quando Perec – saggista e romanziere coltissimo, autore sperimentale, membro dell’Oulipo (ultima avanguardia letteraria con Raymond Queneau e Italo Calvino) e soprattutto jazzofilo entusiasta – scrive,...