Cultura
Il dialogo di Ezio Raimondi con testi e contesti letterari
Ricordi Scomparso un «europeo di provincia», grande filologo e critico letterario. Nella filologia, una via alternativa a quelle che Raimondi chiamava le «dialettiche totalizzanti». Indagini il cui movente profondo attinge alla interdisciplinarità e si confronta con diverse metodologie
Foto di Ezio Raimondi
Ricordi Scomparso un «europeo di provincia», grande filologo e critico letterario. Nella filologia, una via alternativa a quelle che Raimondi chiamava le «dialettiche totalizzanti». Indagini il cui movente profondo attinge alla interdisciplinarità e si confronta con diverse metodologie
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 20 marzo 2014
«Diffidate di ciò che sembra semplice», amava dire ai suoi studenti Ezio Raimondi. Forse in questo senso acuto e inquieto della complessità, in questa capacità di trasformare la perplessità e persino il disagio di fronte al diverso e all’insolito in penetrante intelligenza interpretativa è consistito il segreto del suo magistero critico, senz’altro uno dei più rilevanti del Novecento. Per più versi, il percorso di Raimondi uomo e studioso ha caratteri di assoluta singolarità. Nato nel 1924 a Lizzano in Belvedere da una famiglia di umili origini, iniziò a studiare il tedesco da autodidatta, venendo in contatto, tra i primi in...