Internazionale

Italia «crociata», la radio dell’Isis risponde al ministro Gentiloni

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Libia Plauso bipartisan (e di Malta) all'ipotesi di un intervento armato italiano. I jihadisti malgrado i raid dell’aviazione filo-Haftar consolidano il controllo su Sirte. Preoccupate le grandi compagnie petrolifere

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 15 febbraio 2015
Petrolio, business sulle spalle dei migranti e l’avanzata dei jihadisti sono i tre motivi per cui l’anarchia libica inizia a fare paura all’Italia. E se i jihadisti dello Stato islamico (Isis) hanno preso il controllo di Sirte, 500 chilometri da Tripoli, è evidente che i diplomatici italiani di stanza nella capitale libica non dormano sonni tranquilli. La risposta concitata degli impiegati della rappresentanza diplomatica italiana alla nostra domanda sulle voci di un’imminente chiusura temporanea e di un dimezzamento del personale lo conferma. Le ragioni di sicurezza impongono la possibilità che il personale diplomatico lasci la Libia da un momento all’altro...

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