Cultura

La resistenza parla con i muri

La resistenza parla con i muri«Ci avete visti?», dedicato agli abitanti di Siliana (Foto di Luce Lacquaniti)

Writers A Tunisi, la rivoluzione non ha viaggiato solo su Facebook: sono ancora le pareti degli edifici a raccontare le speranze e la rabbia dei giovani, spesso con le frasi dei poeti

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 3 aprile 2014
«Parlare al muro» e «parlare arabo» sono senza dubbio le nostre più diffuse metafore dell’incomunicabilità; a Tunisi, invece, se si parla a un muro, e per di più in arabo, c’è anche il rischio che questo risponda. Sì, perché le prime tracce della rivolta del 2010/2011 che saltano agli occhi mentre si gira per la capitale tunisina sono le scritte sui muri. Un’invasione. Per chi vi ha vissuto «prima» e «dopo», l’impressione è che la città si sia improvvisamente ricoperta di parole. La verità è che, «prima», le scritte venivano cancellate dalle autorità con la stessa rapidità con cui venivano...

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