Cultura
La storia non è istantanea
Biennale 56 Il curatore della mostra internazionale di Venezia ha dedicato un omaggio a Fabio Mauri nel Padiglione Centrale, ma non è riuscito a sventare l'effetto di disorientamento del visitatore
Il Muro del pianto, 1993 (installazione in Biennale) – Foto Franco Cenci
Biennale 56 Il curatore della mostra internazionale di Venezia ha dedicato un omaggio a Fabio Mauri nel Padiglione Centrale, ma non è riuscito a sventare l'effetto di disorientamento del visitatore
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 2 giugno 2015
Negli ultimi anni l’opera di Fabio Mauri sta conoscendo un crescente successo internazionale: basti ricordare la sala dedicatagli a Kassel per dOCUMENTA 13 (2012), la grande mostra di Buenos Aires (Fundación Proa 2014), la prima importante retrospettiva newyorkese, appena conclusa, presso la prestigiosa Hauser&Wirth, e infine la scelta di Okwui Enwezor di riservargli un’intera sala del Padiglione centrale nella Biennale di Venezia appena inaugurata. Dobbiamo rallegrarcene? Certamente: sono in molti, infatti, a ripetere che Mauri sia uno dei soli quattro artisti italiani che il supercuratore global-nigeriano ha scelto per la sua Biennale. Ma come valutare questa scelta? Non è soddisfacente...