Lavoro

La truffa linguistica del «reddito di cittadinanza»

La truffa linguistica del «reddito di cittadinanza»Roma, sit-in per la rivendicazione di un reddito di base e di autodeterminazione incondizionato, l'opposto di quello dei Cinque Stelle

Neolingua populista Il «reddito di cittadinanza» è sganciato da ogni obbligo al lavoro ed esclude il disciplinamento e la punizione dei "cittadini" come sarà invece nel sussidio di povertà vincolato al lavoro gratuito e alla formazione del «workfare» prospettato dal governo Lega-Cinque Stelle. Questa misura potrebbe escludere gli stranieri poveri che risiedono in Italia da meno di 5 anni. Analisi di una proposta al centro della legge di bilancio ispirata al capitalismo compassionevole e autoritario

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 20 ottobre 2018
Il sussidio di povertà impropriamente detto «reddito di cittadinanza» è la bandiera che i Cinque Stelle sventoleranno alle elezioni europee di maggio 2019. In legge di bilancio sarà approvata una truffa lessicale. Il «reddito di cittadinanza» è sganciato da ogni obbligo al lavoro ed esclude il disciplinamento e la punizione dei beneficiari come sarà invece nel «workfare» pentaleghista che fa il verso alla peggiore applicazione del sistema tedesco «Hartz IV». Si parla di un «reato di cittadinanza», fino a «sei anni di carcere» in caso di frodi. Sarà vincolato a 8 ore di lavoro gratuito a settimana, alla formazione obbligatoria,...

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