Cessate il fuoco ora, a Gaza e in Ucraina!
Lettere Prefigurare un percorso di pace oltre il cessate il fuoco: un mandato ONU per Gaza
Ancora non sappiamo quando si giungerà al cessate il fuoco a Gaza, né in Ucraina. Però sappiamo che il prolungamento del conflitto in Ucraina non ha avvicinato la “vittoria” ma ha causato un’inutile strage che avrebbe potuto essere evitata se fosse stata ridata la parola alla diplomazia.
Sappiamo altresì che il prolungamento del confitto non consentirà ad Israele di realizzare alcun tipo di vittoria che possa assicurare pace e sicurezza al popolo israeliano. Non a caso Netanyahu ha manifestato l’intenzione di mantenere il controllo della Striscia di Gaza, ai fini della propria sicurezza. L’ipotesi prospettata dagli Stati Uniti del ritorno dell’ANP al governo della Striscia di Gaza, si dimostra impraticabile, perché l’Autorità nazionale palestinese non avrebbe il potere di sottrarre la Striscia al controllo di Israele e di avviare la ricostruzione dell’economia e delle strutture civili indispensabili per la vita della popolazione.
La Comunità internazionale deve attivarsi per spegnere il conflitto, anche con soluzioni ponte, in vista dei negoziati per una soluzione di largo respiro. Se si vuole impedire che il conflitto continui, garantire la sicurezza di Israele e consentire il ritorno ad una vita civile della stremata popolazione di Gaza, c’è una sola soluzione: la Striscia di Gaza deve essere sottratta al controllo di Israele, che non può conservare il ruolo di Potenza occupante.
La Palestina è stata già un Mandato britannico, oggi per la Striscia di Gaza si può resuscitare una sorta di Mandato affidato alle Nazioni Unite, un’amministrazione civile e militare dell’ONU che liberi gli ostaggi, garantisca la fine delle ostilità, affronti tutte le emergenze causate dalla guerra e promuova una sostanziale autonomia e autoamministrazione della Striscia di Gaza.
La cessazione delle ostilità è fondamentale, assieme allo stop delle violenze dei coloni nella Cisgiordania, per la ripresa dei negoziati in vista di una soluzione ragionevole del conflitto. In questa prospettiva è importante che l’Italia si affretti a riconoscere lo Stato di Palestina.
Il Convegno si svolgerà il 6 febbraio, dalle 15 alle 19, nella sala degli Atti parlamentari del Senato, piazza della Minerva 38, Roma.
Presiede: Alfonso Gianni (Direttore Alternative per il socialismo)
Introduzioni: Domenico Gallo (Coordinamento Democrazia Costituzionale), Ambasciatore A/R Mario Boffo (iniziativa diplomatica), Generale Biagio di Grazia (situazione militare).
Interventi programmati: Francesca Albanese (ONU), Gianni Tognoni (TPP), Generale Fabio Mini; Elena Basile, Giuseppe Cassini e Rocco Cangelosi Ambasciatori A/R; Luisa Morgantini (Assopace); Giulio Marcon (Sbilanciamoci); Gian Giacomo Migone, Pasqualina Napoletano, Vincenzo Vita, Raniero La Valle, Claudio Grassi, Paolo Candelari, Gad Lerner, Alberto Negri, Tommaso Di Francesco, Salvatore Cannavò; on. Rosy Bindi, on. Giuseppe Conte, on. Nicola Fratoianni, on. Arturo Scotto, Sen. Mariolina Castellone, sen. Tino Magni, on. Piernicola Pedicini (PE).
Conclusioni: Alfiero Grandi (Coordinamento Democrazia Costituzionale)
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