Milano non era avvilente
Lettere Carissimi, sono indignato, e letteralmente incredulo leggendo il manifesto di domenica, e vi spiegherò subito perché. Non saprei dire se c’è un eccesso di enfasi e di pessimismo nei titoli […]
Carissimi,
sono indignato, e letteralmente incredulo leggendo il manifesto di domenica, e vi spiegherò subito perché. Non saprei dire se c’è un eccesso di enfasi e di pessimismo nei titoli e nell’articolo di Fazio a proposito della manifestazione fascioleghista a Milano – a piazza Duomo di sabato. Certo la considerazione enfatica è sottilmente introdotta dicendo: «ci scapperebbe». Ma Luca Fazio sostanzialmente può aver ragione, e il tono lugubre essere in gran parte giustificato.
A Milano tuttavia sabato (e non solo a Bologna e a Castelvolturno) c’era anche un’altra manifestazione. Antirazzista, appunto.
Il Manifesto vi accenna in meno di tre righe all’occhiello in quarta pagina, e non sembra tanto voler dare una notizia, ma aumentare le ragioni di negatività e avvilimento: «centri sociali e studenti sfilano soli contro la Destra» (ho visto striscioni di Lista Tsipras, Rifondazione e Sel). Sembra poi non parlarne più, ma avendo la forza di arrivare alla fine dell’avvilentissimo (giustamente, non dico di no) articolo di Fazio vi si riaccenna: diciassette righe, di numero, con grandi elogi. Ben altro lo spazio che si è dato alla manifestazione di Bologna (richiamo in prima pagina e un articolino in quarta). Ma lì – certo – ci sono stati scontri con la polizia. Proprio gli scontri (soprattutto con i fascisti del caso) che preparando il corteo si è avuto cura di evitare.
Resto convinto che si è fatto bene, ovviamente, ma certo non si poteva immaginare che il manifesto (anche nell’indicare il numero di tremila? per altro), cadesse in una logica da Corriere della Sera degli anni eroici.
Un caro saluto
Stefano Rossi
La replica di Luca Fazio
Caro Stefano Rossi,
penso questo. Per la prima volta nella storia di Milano i fascisti hanno sfilato in piazza Duomo, accolti dall’unico partito che sta intercettando il consenso di quello che un tempo chiamavamo «popolo». La nostra presenza in piazza si deve soprattutto all’iniziativa spontanea di alcuni centri sociali a cui la sinistra deve accodarsi per cercare di auto rappresentarsi in qualche modo. Spero che nessuno si accontenti di questa doverosa partecipazione, perché dall’altra parte è accaduto un fatto che peserà nel futuro del Paese. Siamo ridotti ai minimi termini ma non abbiamo ancora imparato a dimensionare le cose, l’ultima volta che abbiamo sottovalutato piazza Duomo era il 2013, la piazza di Grillo. Adesso ci risiamo, solo che è peggio.
Stavamo parlando di razzismo e immigrazione? La Lega aveva preparato il suo raduno da mesi. Un’immagine sola per comprendere di cosa si tratta: se le mettiamo in fila, le bare dei 368 morti di Lampedusa misurano la lunghezza di quattro campi da calcio. Altre persone moriranno. Abbiamo la coscienza a posto? La questione su tappeto è questa, mentre il governo Renzi-Alfano agevolerà altre stragi nel «mare nostrum».
Che significa dire che il manifesto è «caduto in una logica da Corriere della Sera»? Se poi vogliamo felicitarci per la presenza di singoli consiglieri di sinistra, peraltro muti (di una maggioranza e di un sindaco che non ha detto una parola), parliamone: c’erano le solite brave persone che non mancano mai, soprattutto di commentare su facebook, ma c’è poco da rallegrarsene. Soddisfatti così? Liberissimi di esserlo.
Sì, ho dedicato poche righe al corteo antirazzista, mi scuso, ma non è questo il punto. Parte della sinistra, anche questa volta, manifesta preoccupanti sintomi di rimozione. Non bastano un paio di bandiere di Sel o Rifondazione per auto compiacersi di esistere e farsi i complimenti a vicenda. La Camera del Lavoro, l’Anpi, interi pezzi dell’associazionismo antirazzista, non erano in piazza e non hanno fatto nulla per ragionare su un corteo razzista e fascista preparando da mesi. Ti assicuro che quando sono entrato in piazza Duomo mi sono indignato anche io. Un caro saluto anche a te, e grazie per l’attenzione.
Luca Fazio