Omofobia: non è questa la norma che vogliamo
Lettere «Dopo anni di battaglie per una legge contro omo e transfobia, finalmente arriva in approvazione nel primo ramo del Parlamento la norma, che però è completamente snaturata del suo valore […]
«Dopo anni di battaglie per una legge contro omo e transfobia, finalmente arriva in approvazione nel primo ramo del Parlamento la norma, che però è completamente snaturata del suo valore e della sua utilità, al punto che quasi potremmo definirla una legge omofoba».
Completa bocciatura del testo approvato in quanto con l’emendamento Verini (Pd) e in particolare con il sub-emendamento Gitti (Scelta civica) si configura come una scelta grave e del tutto irresponsabile: se la legge andasse in approvazione definitiva così com’è oggi sarebbe istituzionalizzata la discriminazione e sdoganato il razzismo purchè organizzato. Un paradosso! Infatti, nonostante nella proposta di legge siano state mantenute le aggravanti per il reato di omofobia, è stato aggiunto un subemendamento che recita testualmente “(…) non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente ovvero assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”.
«Questa non era la legge per la quale il Partito Democratico si era impegnato in campagna elettorale – conclude Arcigay Arezzo – per questo a brevissimo chiederemo un incontro con tutti i parlamentari locali affinchè riferiscano sul loro operato, spieghino le ragioni di questo grave arretramento e ascoltino finalmente le istanze della comunità LGBTQI.»
Cristina Betti, presidente Comitato Provinciale Arcigay Arezzo “Chimera Arcobaleno”