Patriarcato sì, patriarcato no
Lettere È stato puntato il dito contro il patriarcato insieme al maschilismo quale brodo di cultura della violenza di genere nelle sue varie forme, compresi i femminicidi. Ma se da parte […]
È stato puntato il dito contro il patriarcato insieme al maschilismo quale brodo di cultura della violenza di genere nelle sue varie forme, compresi i femminicidi.
Ma se da parte delle donne, nei vari ruoli, è stata pressoché unanime la condanna, non è stato così da parte degli uomini che in parecchi negano la cultura patriarcale.
Per esempio, proprio nel nostro Veneto, dove Giulia è stata uccisa dall’ex partner, due uomini che contano nel mondo della politica e del sapere, hanno espresso contrarietà rispetto al tema del patriarcato. Sono il presidente della regione, Zaia, che riduce i femminicidi alle azioni di trogloditi, e il filosofo Cacciari che afferma essersi estinto il patriarcato da duecento anni, senza spiegare questa dichiarazione.
Se neghiamo la matrice patriarcale, gli omicidi di donne da parte di uomini vengono derubricati da femminicidi a fatti compiuti da malati di mente e da delinquenti.
Gli uomini “perbene” che non si macchiano di atti violenti rivolti all’altro genere non possono però tirarsi fuori dalla società maschilista in cui si vive. Devono e possono fare di più, sostenendo chi si oppone alla violenza di genere e stimolando negli uomini di loro conoscenza la presa di coscienza rispetto all’educazione sentimentale ed alla parità dei generi.
La violenza di genere è un problema innanzitutto degli uomini che devono prendersene carico.
Erano presenti parecchi uomini alle manifestazioni che si sono tenute sabato e mi auguro che ce ne siano ancora di più nelle prossime.