Si potrebbe e si può: liberarsi ora, liberarsi ancora
Lettere Nelle strade di Roma Est, il 25 aprile riecheggiano gli slogan e i cori di una città ribelle e mai domata. Un appuntamento che vive nella memoria degli eroi partigiani […]
Nelle strade di Roma Est, il 25 aprile riecheggiano gli slogan e i cori di una città ribelle e mai domata. Un appuntamento che vive nella memoria degli eroi partigiani dei nostri territori. Centocelle, Villa Gordiani, Quarticciolo hanno ricevuto la medaglia d’oro alla resistenza al nazifascismo e noi, nuove generazioni, abitanti di questi quartieri, vogliamo essere all’altezza delle sfide di resistenza e di liberazione di oggi.
Ogni anno celebriamo la festa della liberazione per un giorno intero: con un corteo di migliaia di persone a partire dalla mattina, con un grande concerto gratuito nel parco del Quarticciolo fino a sera. Non basta però evocare il nemico, ricordare che la barbarie neoliberista ha come massima espressione autoritarismi che a volte assumono volti più docili, altre volte più espliciti.
I tagli al welfare, la riduzione dei salari, la compressione dei diritti civili e sociali sono politiche di governo ormai consolidate, come la tendenza a svuotare di sostanza ogni luogo e forma di democrazia partecipativa. Ci hanno abituato a pensare che il nostro nemico é il nostro vicino di casa in emergenza abitativa, il nostro compagno di banco che non conosce bene l’italiano, chi accetta un lavoro a pessime condizioni.
Ci hanno abituato a pensare che femminicidi e morti bianche siano ineluttabili e che le guerre coloniali dall’altra parte del mediterraneo – dove si soggiogano popoli e saccheggiano territori – siano utili alla nostra incolumità. Bisogna, prima di tutto quindi, ristabilire un regime di verità resistendo ai tentativi di riscrivere la storia, la
nostra storia, e ai tentativi di decidere dall’alto quali sono i nostri valori, le nostre priorità e i nostri desideri.
Per poter scrivere anche solo un pezzetto del prossimo futuro – se vogliamo che esista e sia sostenibile per noi e l’ecosistema in cui viviamo – dobbiamo cogliere la sfida di lottare nel presente e 365 giorni l’anno. Riscrivere una storia di parte significa parlare di territori autorganizzati con palestre e squadre di calcio popolari, comunità educanti, comitati di quartiere, ambulatori autorganizzati, di resistenza agli sfratti e di battaglie per la
distribuzione di risorse nelle periferie delle nostre città e del nostro paese.
Il 25 aprile è un momento per preservare la memoria della Resistenza partigiana, una memoria viva che riverbera nei gesti di chi resiste oggi, da Budapest alla striscia di Gaza fino alle nostre periferie. Si deve e si può: liberarsi ora, liberarsi ancora.