Un «manifesto» di 76 pagine che annuncia «un’Alleanza europea delle nazioni» per lanciare la campagna in vista delle elezioni del 26 maggio, ma guardando già anche alle presidenziali del 2022. Malgrado gli ultimi sondaggi la vedano all’inseguimento di Macron – 22,5% delle intenzioni di voto in favore de La République en Marche contro il 20,5% per il suo Rassemblement national -, Marine Le Pen sembra pensare in grande.

È DA STRASBURGO, una delle capitali delle istituzioni europee, che la leader dell’estrema destra francese ha dato inizio ieri alla sua offensiva contro la Ue. Con un significativo segnale di discontinuità rispetto al passato: vale a dire la scomparsa di ogni riferimento all’ipotesi che la Francia abbandoni l’Unione europea come la moneta unica. Con gli effetti catastrofici della Brexit sotto gli occhi degli elettori, si è lasciato cadere discretamente quello che è stato a lungo un cavallo di battaglia dell’ex Front national.

LE NOVITA’ del «manifesto» lepenista, i cui contenuti erano già stati fatti circolare in anteprima attraverso le pagine del quotidiano conservatore Le Figaro, non si limitano però a questo. Per la prima volta l’estrema destra nazionalista, anche sulla scorta del «comunitarismo» evocato fin dagli anni 80 dalla nouvelle droite di Alain de Benoist, parla di «localismo», come via identitaria e nazionale «all’ecologia».

SE L’EUROPA SOGNATA dal Rassemblement national assomiglia ad una sorta di semplice sommatoria dei delegati dei differenti paesi, con l’auspicata soppressione della Commissione europea che la stessa Le Pen ha più volte paragonato alla «Russia sovietica», è però il «no» all’immigrazione a fare da sfondo a gran parte delle tesi esposte nel «manifesto». Così, nel nome di «un’Europa che preferisce gli europei», si propone, senza cogliere l’implicita contraddittorietà del tutto, il «ristabilimento dei controlli alle frontiere» come la «priorità nazionale» in materia di accesso al welfare.

QUANTO ALLE PROSPETTIVE del dopo voto, Marine Le Pen aveva confidato in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung di aver affidato a Matteo Salvini «il mandato» di contattare nuovi soggetti per formare una sorta di «super-gruppo» a Bruxelles. Come i Veri finlandesi, appena sconfitti di misura dai socialdemocratici a Helsinki, con cui il leader leghista ha sancito un’alleanza solo la scorsa settimana a Milano.