Visioni
Michael Moore: «Il fascismo di oggi è un sorriso in tv»
Cinema «Fahrenheit 11/9», da oggi nelle sale Usa, fotografa il Paese nell’era di Trump. Incontro col regista: «Il trumpismo è il risultato logico di cinque decenni di lento degrado della democrazia. Segna il definitivo sopravvento di Wall Street sui diritti dei cittadini»
Michael Moore
Cinema «Fahrenheit 11/9», da oggi nelle sale Usa, fotografa il Paese nell’era di Trump. Incontro col regista: «Il trumpismo è il risultato logico di cinque decenni di lento degrado della democrazia. Segna il definitivo sopravvento di Wall Street sui diritti dei cittadini»
Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 21 settembre 2018
È un apocalypse now quella di Michael Moore, che inizia la notte delle elezioni (l’undici novembre – «11/9») che hanno dirottato il Paese su binari nazional populisti rischiando di far deragliare definitivamente l’esperimento americano. Fahrenheit 11/9 non è solo un attacco a Trump ma fotografa una democrazia già in stato di decomposizione avanzata al momento del suo avvento. Certo, Moore inizia la sua geremiade con una carrellata sulle psicopatologie del narciso che contro ogni previsione, due anni fa, ha prima eviscerato il partito repubblicano, poi vinto le elezioni presidenziali dell’«ultima superpotenza». Un tragitto che il regista considera all’inizio quasi come...