Cultura

Miguel Benasayag, partecipare alla vita e alla sua complessità

Miguel Benasayag, partecipare alla vita e alla sua complessitàIntelligenza artificiale / foto Getty Images

TEMPI PRESENTI Parla il filosofo e psicoanalista argentino, oggi ospite di «Pensieri in piazza». Il titolo dell’incontro di Pinerolo a cui parteciperà è «Dal biologico al digitale: traducibilità del vivente?». «Non esistono individui separati, questa illusione è una malattia del pensiero che va a produrre chimere. Il progetto reazionario è credere a una razionalità assoluta in cui esiste un chimerico "multiverso" secondo cui i corpi devono piegarsi all’inumano, all’inanimato dell’algoritmo. Se nel sistema neuronale accade una certa cosa ciò va a influenzare la mente, l’aspetto psicologico e viceversa ma non nei termini di una traduzione»

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 23 settembre 2022
«L’algoritmo è un’esattezza fantastica che non può sostituire il vivente e ancora meno l’umano». Da anni l’ambito delle ricerche di Miguel Benasayag, filosofo e psicoanalista argentino, si misura con l’intelligenza artificiale e le sue ripercussioni. Antropologia e sociologia, cui si aggiunge l’interfaccia tra epistemologia e biologia, sono solo alcuni dei temi che frequenta e su cui ha pubblicato diversi saggi, come per esempio Il cervello aumentato, l’uomo diminuito (2016) ma anche Funzionare o esistere? (2019) e La tirannia dell’algoritmo (2020). Nato a Buenos Aires, trasferitosi a Parigi dopo quattro anni trascorsi nelle carceri argentine per aver militato nelle fila dell’Esercito...

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