In un’intervista rilasciata all’uscita del suo quarto romanzo, Zadie Smith respingeva con forza l’immagine di paladina del multiculturalismo che le è stata cucita addosso sin dalla pubblicazione di Denti bianchi nel 2000: per quel debutto letterario la scrittrice, allora venticinquenne, ricevette dall’editore Penguin un anticipo milionario. A dispetto del moralismo esercitato a posteriori su questo lancio editoriale, l’investimento su una giovane e talentuosa scrittrice di origini miste (padre inglese, madre giamaicana) non aveva nulla di stupefacente. La Gran Bretagna cominciava a raccogliere i frutti di anni di lotte per il pubblico riconoscimento delle disuguaglianze razziali su cui si era andata...
Alias Domenica
Ragazze tagliate da un’unica pezza di stoffa marrone
Narrativa americana. Dall’amicizia competitiva tra due adolescenti una opera-mondo su musica, cinema, moda, schiavitù, ambiente, narrata da un Io che si espone per spirito di vendetta: «Swing Time» di Zadie Smith, da Mondadori