Politica
Riforme, c’è chi tenta nuove forzature
Intervista Stefano Rodotà: pareggio in bilancio, lavoro, beni comuni. L’agenda 2014 della «via maestra». Fallita la modifica dell’art.138, ora il rischio è che la fine del bicameralismo e la legge elettorale cambino la forma di governo. Senza dirlo. Non aspettare le motivazioni della Corte? Un suicidio
Il costituzionalista Stefano Rodotà – Donatella Giagnori
Intervista Stefano Rodotà: pareggio in bilancio, lavoro, beni comuni. L’agenda 2014 della «via maestra». Fallita la modifica dell’art.138, ora il rischio è che la fine del bicameralismo e la legge elettorale cambino la forma di governo. Senza dirlo. Non aspettare le motivazioni della Corte? Un suicidio
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 31 dicembre 2013
Il 2013 è stato anche l’anno del movimento nato intorno al documento “La via maestra” (Rodotà, Landini, Carlassare, Zagrebelsky, Ciotti) e alla manifestazione di Roma del 12 ottobre, che chiedeva la piena attuazione della Costituzione e diceva no alla modifica dell’art. 138 della Carta – che allora veleggiava nelle camere con il vento in poppa – per procedere alle riforme. Di questo movimento il costituzionalista Stefano Rodotà – che a aprile, alla vigilia del suo 80esimo compleanno, viene scelto come presidente della Repubblica dal Movimento 5 stelle ma più tardi finisce nel mirino di Grillo – è stato fra i...