Visioni

The Good Ones, dal Ruanda profondo con molto amore

The Good Ones, dal Ruanda profondo con molto amore

Un disco e un libro Il nuovo album del trio che è riuscito a curare le ferite del genocidio con la musicoterapia degli impasti vocali. Ennesimo capitolo della sfida per la giustizia nell’arte del produttore Ian Brennan

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 6 dicembre 2019
La più raffinata musica rurale del pianeta è una sorta di bluegrass tropicale che viene su dal Ruanda profondo e racconta una storia lunga e accidentata di redenzione collettiva. Alla fine della quale risulta chiaro che The Good Ones, «i buoni», con i brutti e i cattivi hanno chiuso per sempre. È LA LOGICA EVOLUZIONE di un percorso che inizia alla fine degli anni ’70, attraversa con perdite l’orrore genocidiario del 1994 e a quell’intersezione dolorosa in cui avevamo lasciato il paese, 25 anni fa, si rigenera. Qui ci sono solo sopravvissuti, sulla base del canone che nasce spontaneo nell’intima...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi