Cultura
Un transatlantico incagliato nel Bronx
Nelle stanze dei libri /2 Storia di Eliseo Torres, emigrato, mercante e anche geloso collezionista di volumi rari. La sua biblioteca personale era in un edificio all'angolo di Garrison Avenue, in una zona desolata: qui faceva arrivare migliaia di titoli da tutto il mondo
Una foto dalla mostra «Emigrantes invisibles espanoles en EE - UU, 1868-1945»
Nelle stanze dei libri /2 Storia di Eliseo Torres, emigrato, mercante e anche geloso collezionista di volumi rari. La sua biblioteca personale era in un edificio all'angolo di Garrison Avenue, in una zona desolata: qui faceva arrivare migliaia di titoli da tutto il mondo
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 12 agosto 2020
In alcuni paesi dell’America latina la parola «gallego» è stata a lungo sinonimo di «español», e non c’è da stupirsersene, perché più del quaranta per cento dei quattro milioni di spagnoli che tra il 1860 e il 1930 arrivarono nel Nuovo Mondo erano partiti dalla Galizia, portando con sé un’indelebile morriña, ovvero un misto di nostalgia e rimpianto. Solo una minima parte di chi lasciava la Spagna scelse gli Stati Uniti: un’emigrazione presto diluita come «una goccia nell’oceano» tra comunità straniere più numerose, dice James Fernández, autore con Luis Argeo di una ricerca sugli Emigrantes invisibles: españoles en EE. UU...