Visioni
Vite smarrite nella palude della memoria
A teatro Sulle tracce dei nonni, Clyde Chabot in «Sicilia» ricostuisce una sorta di controcanto autobiografico
A teatro Sulle tracce dei nonni, Clyde Chabot in «Sicilia» ricostuisce una sorta di controcanto autobiografico
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 15 dicembre 2018
Gabriele RizzaPRATO
Oltre lo stretto c’è l’isola. Bisogna attraversarlo per capire chi siamo. Forse solo da dove veniamo. Il viaggio di Clyde Chabot in scena al Fabbrichino di Prato è leggero. Solcato da delicata energia e ostinato stupore naviga fra ricordi e immagini. Echi di una vita perduta che galleggiano sulla palude della memoria. Si chiama Sicilia questo lessico familiare che Chabot, dopo l’uscita al festival di Avignone, presenta nella sua versione italiana. Sulle tracce dei nonni, emigrati alla fine dell’800 dalla Sicilia verso la Tunisia, prima di trasferirsi in Francia negli anni 50, Chabot costruisce una sorta di controcanto autobiografico. Che,...