Internazionale
100 giorni di rivolta iraniana, Raisi non ha «nessuna pietà»
Iran Pugno duro di Teheran alla cerimonia militare per i soldati morti nella guerra con l’Iraq, la migliore occasione per il presidente di nascondere le crepe del regime. Almeno 507 uccisi nella repressione, 18.533 in carcere. Ma altre due scacchiste si tolgono il velo
Il presidente iraniano Raisi ieri durante il discorso alla folla – Ap/Vahid Salemi
Iran Pugno duro di Teheran alla cerimonia militare per i soldati morti nella guerra con l’Iraq, la migliore occasione per il presidente di nascondere le crepe del regime. Almeno 507 uccisi nella repressione, 18.533 in carcere. Ma altre due scacchiste si tolgono il velo
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 28 dicembre 2022
La distanza tra il discorso politico dei vertici di Teheran e le aspirazioni di una parte sempre più ampia della popolazione iraniana l’hanno data ieri le celebrazioni organizzate per commemorare 400 soldati uccisi nella guerra tra Iran e Iraq, negli otto anni terribili che tra il 1980 e il 1988 uccisero oltre un milione di persone. LA REPUBBLICA ISLAMICA era appena nata e covava la speranza di un contagio oltre frontiera. Dall’altra parte c’era il partito Baath, c’era un Saddam Hussein ancora considerato a occidente una pedina valida da rifornire di armi e denaro. Ieri migliaia di militari e di comuni...