Internazionale
1999, bombe sull’Europa. I frutti amari di quella prima volta
Venti anni fa l’intervento dell’Alleanza atlantica 2.300 attacchi aerei Nato scaricarono 21.700 tonnellate di bombe. Non colpirono obiettivi militari ma civili, con tante case, ospedali, ponti, scuole e fabbriche. Fu un sanguinoso vulnus del diritto internazionale in pieno Sud-est europeo. Si apriva la stagione del militarismo umanitario
Il bombardamento aereo del 12 aprile 1999 che colpì sul ponte di Grdelica, nella Serbia del Sud a 300 km circa da Belgrado, un treno passeggeri che passava in quel momento, provocando 16 morti, tutti civili, e decine di feriti – Ap
Venti anni fa l’intervento dell’Alleanza atlantica 2.300 attacchi aerei Nato scaricarono 21.700 tonnellate di bombe. Non colpirono obiettivi militari ma civili, con tante case, ospedali, ponti, scuole e fabbriche. Fu un sanguinoso vulnus del diritto internazionale in pieno Sud-est europeo. Si apriva la stagione del militarismo umanitario
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 22 marzo 2019
«Buona sera signore e signori. Ho appena dato ordine al comandante supremo delle Forze alleate, il generale Clark, di dare inizio alle operazioni nella Repubblica federale di Jugoslavia». Sono le 23 del 23 marzo 1999 e questa fu la dichiarazione di venti anni fa del segretario della Nato, lo spagnolo Javier Solana, ahimé socialista e attivo protagonista delle nostre manifestazioni pacifiste negli anni ’80. (Ma si sa che la pace è cosa da ragazzi, gli adulti si occupano di politica internazionale). Il 24 marzo, alle 20.25, il primo bombardamento su Belgrado; il 26 le «operazioni», chiamate interventi umanitari, sono già...