Visioni
«200 metri», una mappa dell’umiliazione per aggirare il muro
Cinema Tra road movie e favola romantica, il regista palestinese Ameen Nayfeh firma un’opera prima necessaria
Una scena dal film «200 metri»
Cinema Tra road movie e favola romantica, il regista palestinese Ameen Nayfeh firma un’opera prima necessaria
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 30 ottobre 2021
Mantenendo una tensione sottotraccia nel descrivere le tappe quotidiane di un percorso a ostacoli cui è costretto chiunque abiti nei Territori Occupati e si sposti in Israele, il cineasta palestinese Ameen Nayfeh, nato a Tulkarem nel 1988, con la sua opera prima 200 metri ha realizzato un film necessario e delicato, mostrando un amore per i personaggi e gli ambienti che attraversano, e disegnando una mappa dell’umiliazione, delle attese, delle trappole burocratiche, fino a raggiungere situazioni sconfinanti nell’assurdo, vissute dai palestinesi della Cisgiordania. Ci sono i check-point con i tornelli, il controllo dei documenti, le perquisizioni. E c’è il muro...