Europa
2014, il sogno dell’indipendenza
Catalogna Alle 17.14 dai Pirenei all’Ebro, più di un milione di persone si danno la mano per 400 chilometri per reclamare un referendum sull’autodeterminazione catalana. Come in Scozia. Ma Rajoy non lo concederà mai. E così i nazionalisti di Madrid e Barcellona eludono i tagli sociali, la corruzione e la disuccupazione galoppante
La catena umana – foto Gianluca Battista
Catalogna Alle 17.14 dai Pirenei all’Ebro, più di un milione di persone si danno la mano per 400 chilometri per reclamare un referendum sull’autodeterminazione catalana. Come in Scozia. Ma Rajoy non lo concederà mai. E così i nazionalisti di Madrid e Barcellona eludono i tagli sociali, la corruzione e la disuccupazione galoppante
Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 12 settembre 2013
Ancora una volta il giorno della Diada, la festa nazionale catalana, si è trasformato in un atto politico di straordinaria importanza per la vita politica spagnola. L’11 settembre la Catalogna celebra quella che percepisce come la sua più importante sconfitta: dopo 14 mesi di assedio, esattamente 299 anni fa, le truppe franco-spagnole guidate dal Borbone Filippo V, nipote di Luigi XIV, entrarono a Barcellona sconfiggendo le forze che volevano mettere sul trono di Madrid l’arciduca Carlo d’Asburgo. In una specie di guerra mondiale ante litteram, la Guerra di successione spagnola aveva visto Francia e Spagna lottare contro una coalizione guidata...