Internazionale
«858», archivio resistente contro l’oblio del regime
Tahrir non è morta A luglio dello scorso anno sono stati 43 gli egiziani condannati all’ergastolo per i fatti del gennaio 2011, ufficialmente per vandalismo e attacchi a caserme e stazioni di polizia
Nelle piazze per ricordare Giulio Regeni – Lapresse
Tahrir non è morta A luglio dello scorso anno sono stati 43 gli egiziani condannati all’ergastolo per i fatti del gennaio 2011, ufficialmente per vandalismo e attacchi a caserme e stazioni di polizia
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 24 gennaio 2018
A sette anni dalla rivoluzione egiziana, Piazza Tahrir non è morta. La monolitica visione occidentale – che celebrò allora le «primavere arabe» leggendole attraverso una lente «europea» e omettendone le radici prettamente locali e storiche – la vede come parentesi chiusa. Il regime egiziano del generale golpista al-Sisi da parte sua sta operando dal 2013 una sistematica rimozione delle richieste, delle figure leader, della capacità spontanea di mobilitazione. Ma Tahrir non è morta. La memoria popolare della rivoluzione cova sotto la cenere di una repressione diffusa, capace di emergere negli scioperi degli operai di Mahalla al Kubra, nelle proteste sotto...