Visioni

A Jazz by the Sea le radici della migrazione

A Jazz by the Sea le radici della migrazioneStanley Clarke – foto di Maurizio Tagliatesta

Musica Il festival di Fano si confronta con l'attualità. Tra i concerti Mustafa, Aza, Stanley Clarke, Amir Gwirtzman e Anima Mundi, in un cast che fa riferimento alla multietnicità

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 26 luglio 2018
«Un festival di jazz non può non prendere posizione», dice Adriano Pedini, direttore artistico di Fano Jazz by the Sea, introducendo il primo degli appuntamenti di «Gli echi della migrazione», una sezione che la rassegna propone per il terzo anno. Già, dovrebbe proprio essere doveroso, per festival intitolati ad una musica che affonda le sue radici in una tragica migrazione forzata dall’Africa, che si è sviluppata in un paese popolato di migranti, e a cui hanno dato un grande contributo, accanto alla minoranza afroamericana, comunità di immigrati come quella ebraica e italiana. Dovrebbe essere doveroso, ma non è da tutti....

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