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A L’Aquila i casalesi ricostruiscono tutto

A L’Aquila i casalesi ricostruiscono tuttoRicostruzione a L'Aquila – Tam Tam

Post-terremoto Estorsioni mensili ai lavoratori chiamati dalla Campania e controllo capillare degli appalti privati con la complicità di imprese abruzzesi

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 26 giugno 2014
Assoldati per lavorare, ma poi, muratori e manovali, pagati a giornata, dovevano restituire parte degli introiti: metà dello stipendio, i soldi della Cassa edile e anche il Tfr. Somme che finivano nel “tesoretto” della camorra. Funzionava così a L’Aquila, e così i casalesi si erano ben infiltrati nella ricostruzione post terremoto. In quella privata. La manodopera arrivava per lo più dal Casertano e veniva piazzata nei vari cantieri, con l’obbligo di ridare indietro, a fine mese, una porzione dei guadagni. E quei soldi, secondo quanto accertato dalla magistratura, venivano rastrellati per alimentare i fondi neri destinati alla malavita organizzata. Un...

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