Visioni

A Napoli la realtà amara uccide il futuro dei giovani

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Al cinema Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, uno sguardo sulle quattro vite dall'adolescenza all'età adulta

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 27 giugno 2014
Napoli, 1999, una città in grande fermento. All’abituale vivacità sembra essersi aggiunta finalmente una speranza per il futuro. E lì, in quel momento, Agostino Ferrente e Giovanni Piperno stanno realizzando Lettera a mia madre, un documentario per Raitre. Magnifiche figure materne, osservate attraverso i figli. Enzo della Volpe e Fabio Rippa sono i due dodicenni maschi, Adele Serra e Silvana Sorbetti le ragazzine appena più grandi. Si parla, si balla, si sogna, si spera. La loro realtà non è il massimo, ma sono talmente giovani che vivono più di futuro che di presente. Enzo è cicciottello, rimpiange di essersi inurbato...

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