Editoriale

A piedi scalzi davanti le ambasciate d’Ungheria

A piedi scalzi davanti le ambasciate d’Ungheria

Quanto sta succedendo in Ungheria in queste ore è inaccettabile e disumano. E’ un passo indietro nella storia della civiltà europea e dell’umanità in generale. Respingere profughi, richiedenti asilo ed […]

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 19 settembre 2015

Quanto sta succedendo in Ungheria in queste ore è inaccettabile e disumano.

E’ un passo indietro nella storia della civiltà europea e dell’umanità in generale.

Respingere profughi, richiedenti asilo ed esseri umani in generale con muri, manganellate, idranti e gas lacrimogeni è un atto di barbarie che non possiamo in alcun modo tollerare.
L’Europa tutta deve reagire e denunciare il comportamento del governo di Orban.

Siamo al fianco della società civile ungherese che sta cercando di opporsi alle scelte del suo governo e chiediamo al governo italiano di fare tutte le pressioni possibili per evitare che tale barbarie continui.
A dieci giorni dalla grande esperienza delle 75 Marce degli Scalzi di Venerdì 11 settembre lanciamo una nuova mobilitazione nazionale: presentiamoci scalzi lunedì 21 settembre alle ore 18 davanti all’ambasciata ungherese di Roma e davanti a tutti i consolati dell’Ungheria in Italia, portiamo con noi un cartello «Io sono clandestino, arrestatemi – I’m illegal, arrest me!» o anche «I sono rifugiato, arrestatemi! – I’m refugee, arrest me!»

Ognuno può organizzarlo liberamente davanti ad una delle sedi consolari qui elencate.

Il motivo di questa mobilitazione è sempre quello già annunciato con le Marce dell’11 settembre che qui ricordiamo.

Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie.

Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.
Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti.
Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.

Per chiedere con forza i primi quattro necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:

  1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature
  2. accoglienza degna e rispettosa per tutti
  3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti
  4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino

Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.

Il manifesto ha aderito all’iniziativa insieme a Msf, Amnesty international, Arci, Emergency e Lunaria. Manifestazioni davanti alle sedi consolari ungheresi sono state indette per ora a Milano, Venezia e Palermo.

Alla mobilitazione che si terrà a Roma davanti all’ambasciata di Ungeria hanno aderito anche le volontarie e i volontari del centro Baobab di via Cupa.

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