Europa
A quarant’anni dalla morte l’eredità di Bobby Sands è ancora divisiva
Belfast, 5 maggio 1981 Puntualmente assistiamo a polemiche su chi prese davvero la decisione sulla sua fine. I detrattori della leadership storica di Sinn Féin ritengono che il partito l’abbia sacrificato per il proprio tornaconto politico e per accrescere il consenso. I compagni di partito e di cella parlano invece, in gran parte, di una sostanziale unione di intenti
Una foto del 5 maggio 198: protesta a Belfast dopo la morte di Bobby Sands; in basso il murale a lui dedicato sulla sede dello Sinn Féin e il Memoriale con la forma del blocco H della prigione Maze
Belfast, 5 maggio 1981 Puntualmente assistiamo a polemiche su chi prese davvero la decisione sulla sua fine. I detrattori della leadership storica di Sinn Féin ritengono che il partito l’abbia sacrificato per il proprio tornaconto politico e per accrescere il consenso. I compagni di partito e di cella parlano invece, in gran parte, di una sostanziale unione di intenti
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 6 maggio 2021
All’una circa del mattino, il 5 maggio del 1981, Bobby Sands moriva dopo 66 giorni di sciopero della fame nell’ospedale del carcere di Long Kesh – detto The Maze, “il labirinto” – nella zona di Lisburn, a sudovest di Belfast. Vi era entrato il 1 marzo, e in quelle nove settimane e mezzo di calvario erano successe tante cose. Tra queste, il 9 aprile Bobby era stato eletto al parlamento di Westminster. Quando arrivò la notizia della straordinaria quanto inaspettata vittoria elettorale, il detenuto Robert Sands era già quasi immobile su un letto, avvolto in un pigiama imbottito per evitare...