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Fuoriluogo In un momento crudele determinato dalla pandemia che ha reso il carcere un luogo ancora più chiuso e isolato con l’utilizzo della quarantena e con l’eliminazione di colloqui, incontri, corsi bisogna evitare il rischio del riformismo senza riforma, dell’imbellettamento su volti deturpati
Fuoriluogo In un momento crudele determinato dalla pandemia che ha reso il carcere un luogo ancora più chiuso e isolato con l’utilizzo della quarantena e con l’eliminazione di colloqui, incontri, corsi bisogna evitare il rischio del riformismo senza riforma, dell’imbellettamento su volti deturpati
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 19 gennaio 2022
Venti anni fa uscì un volume sulla mia esperienza di sottosegretario alla Giustizia. Era intitolato “La giustizia come metafora” e il capitolo sul carcere era arricchito da una introduzione di Sandro Margara ricca di suggestioni e di analisi. Ho ripreso in mano questo testo che raccontava una stagione di riforme, fondamentale l’approvazione del nuovo Regolamento di esecuzione all’Ordinamento penitenziario: “portato in porto da Corleone – non credo che il Regolamento ci sarebbe arrivato senza di lui – con qualche ferita non indolore (l’eliminazione della affettività sopra tutte)”, così annotava Margara. Con questa autorità, o almeno responsabilità, mi sento obbligato a...