Cultura

Abitare la libertà di una lingua

Abitare la libertà di una linguaUn’opera di Sama Alshaibi

ADANIA SHIBLI Intervista con la scrittrice ospite a Napoli per «Femminile palestinese». Nata in un villaggio dell’alta Galilea, dell’autrice sono stati tradotti «Sensi» e «Pallidi segni di quiete». Vincitrice del premio della fondazione A. M. Qattan, la sua scrittura dialoga con una dura storia collettiva

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 23 ottobre 2018
Raccontare il dolore, l’estraniamento, l’umiliazione quotidiana causate dall’occupazione israeliana della sua terra, la Palestina, soffermandosi su piccoli dettagli che, messi insieme, arrivano a indagare i sentimenti più nascosti dell’animo umano. È questa la cifra stilistica della scrittrice Adania Shibli, nata nel 1974 in un villaggio dell’alta Galilea e vincitrice tre volte del premio della fondazione A. M. Qattan. Dell’autrice palestinese sono stati tradotti in italiano due libri: Sensi (nel 2007) e Pallidi segni di quiete (nel 2014) pubblicati entrambi da Argo. L’abbiamo intervistata prima del suo arrivo a Napoli dove oggi e domani è ospite della quinta edizione della rassegna...

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