Alias Domenica
Accademia di San Luca, i normativi a maglie larghe
Stefania Ventra, "L’Accademia di San Luca nella Roma del secondo Seicento", Olschki Un libro sull’istituzione romana nel secondo Seicento: da cui si impara che non era un mondo barricato nel mito classicista... Un affresco corale, l’eterogeneità stilistica di una congregazione per niente insensibile ai valori berniniani
Gian Lorenzo Bernini, modello in terracotta del leone della Fontana dei Quattro Fiumi, Roma, Accademia di San Luca, foto Zeno Colantoni
Stefania Ventra, "L’Accademia di San Luca nella Roma del secondo Seicento", Olschki Un libro sull’istituzione romana nel secondo Seicento: da cui si impara che non era un mondo barricato nel mito classicista... Un affresco corale, l’eterogeneità stilistica di una congregazione per niente insensibile ai valori berniniani
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 2 agosto 2020
E noi, che abbiamo sempre creduto a Giovan Pietro Bellori! Questa è la prima reazione dopo aver finito la lettura del libro (godibile come un romanzo, nonostante il tema apparentemente ostico) scritto da Stefania Ventra, L’Accademia di San Luca nella Roma del secondo Seicento (Olschki, pp. XLIV-372, 32 tavv. f.t. a colori, euro 55,00). La sede di pubblicazione è una recente collana curata dalla torinese «Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura» e dedicata alla storia figurativa europea tra Sei e Settecento. Un ambito di studi in cui il volume di Ventra entra a gamba tesa, affrontando l’avversario per eccellenza...