Lavoro

Acciaierie di Piombino, il grande nulla

Acciaierie di Piombino, il grande nullaUna delle tante manifestazioni a sostegno del lavoro – Biagianti

Aggrappati all'acciaio Primo Maggio all'ingresso dello stabilimento, lì dove da quasi due mesi c'è il presidio permanente degli operai. Ma dopo sette lunghissimi anni dalla chiusura dell'altoforno, nulla si muove per assicurare un futuro ai 3mila addetti diretti e dell'indotto di quello che era il secondo polo siderurgico italiano. Nonostante che Jindal sia considerato inaffidabile perfino dal governo.

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 1 maggio 2021
Riccardo ChiariPIOMBINO (LI)
Dopo sette lunghissimi anni dalla chiusura dell’altoforno per decisione governativa (“L’azienda era in perdita…”), gli operai superstiti delle Acciaierie e l’intera Piombino non hanno alcunché da festeggiare, nemmeno in una giornata come il Primo Maggio. Per la Festa dei lavoratori e delle lavoratrici arriva in città Riccardo Cerza, segretario generale della Cisl Toscana, a una iniziativa confederale unitaria organizzata all’ingresso dello stabilimento in Largo Caduti sul lavoro, lì dove da quasi due mesi c’è il presidio permanente dei lavoratori alla portineria della fabbrica. Ma difficilmente il dirigente sindacale potrà dire qualcosa di nuovo ai 1.700 addetti diretti rimasti in forze...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi