Lavoro

Acciaierie di Piombino si risollevano. Sulle spalle di tremila operai

Acciaierie di Piombino si risollevano. Sulle spalle di tremila operaiUno scorcio della cittadella dell'acciaio – Aleandro Biagianti

Siderurgia "O bere o affogare", si commenta dopo l'ok finale all'accordo con Cevital. Nasce Aferpi, con solo la metà degli addetti ex Lucchini, con contratto di base e senza integrativo. Gli altri restano in cig a zero ore, l'indotto non ha nemmeno quello. Si spera nei lavori delle bonifiche, e per il futuro nei due progettati forni elettrici e nel nuovo polo agroalimentare.

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 6 giugno 2015
“O bere o affogare” è il commento più ricorrente sui siti web locali, dopo il via libera dei lavoratori all’accordo che, nei fatti, battezza la nascita di Aferpi: Acciaierie e ferriere Piombino. Il “sì” di operai, impiegati e quadri era scontato, appena dodici mesi fa veniva spento (dal governo) l’altoforno, e con quello l’ultima possibilità di tenere in vita il secondo polo siderurgico italiano dopo Taranto. Poi è arrivata l’algerina Cevital di Issad Rebrab, il cui core business è l’agroalimentare ma che ha visto in Piombino e nella Val di Cornia, anche grazie a un accordo di programma per la...

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