Internazionale
Ad Aleppo né il pane né le rose
Siria Dal 13 marzo il governo siriano ha imposto l’embargo ai quartieri a maggioranza curda della "capitale del nord" per sostituirsi all’autogestione sorta dopo il 2012 del modello-Rojava. Senza farina, i forni chiudono. Ma la gente, curdi e arabi, reagisce
La marcia di protesta dello scorso sabato nei quartieri di Aleppo, Sheikh Maqsoud e al-Ashrafiyyah, contro l’embargo imposto dal governo siriano – Medya News
Siria Dal 13 marzo il governo siriano ha imposto l’embargo ai quartieri a maggioranza curda della "capitale del nord" per sostituirsi all’autogestione sorta dopo il 2012 del modello-Rojava. Senza farina, i forni chiudono. Ma la gente, curdi e arabi, reagisce
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 13 aprile 2022
Va avanti ormai dal 13 marzo scorso: oggi compie un mese l’isolamento imposto dal governo siriano ai quartieri di Aleppo a maggioranza curda, Sheikh Maqsoud e al-Ashrafiyyah. Per prenderli per fame: da trenta giorni la quarta divisione dell’esercito siriano impedisce che alla popolazione, 200mila persone, arrivino rifornimenti di cibo. «I RESIDENTI vengono perquisiti ai posti di blocco e quelli sorpresi a portare cibo nel quartiere arrestati – ci spiega Tiziano, volontario italiano nella Siria del nord-est – Diversi camion e auto di generi alimentari di proprietà dei negozianti sono stati già sequestrati e per la scarsità di farina i panifici...