Cultura
Addio a Luigi Blasucci, nel Novecento delle sue «nuove stanze»
RITRATTI Se ne va il grande e raffinato critico letterario, lettore ineguagliabile di Dante, Ariosto, Montale e Leopardi. Poche settimane fa aveva licenziato per la stampa il secondo e ultimo volume del suo commento ai «Canti» (il primo volume per Guanda due anni fa). È stato il lavoro di una vita
Un’immagine da una recente intervista televisiva di Luigi Blasucci
RITRATTI Se ne va il grande e raffinato critico letterario, lettore ineguagliabile di Dante, Ariosto, Montale e Leopardi. Poche settimane fa aveva licenziato per la stampa il secondo e ultimo volume del suo commento ai «Canti» (il primo volume per Guanda due anni fa). È stato il lavoro di una vita
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 30 ottobre 2021
Luigi Blasucci era l’ultimo grande della critica letteraria italiana del Novecento. Si è spento ieri a Pisa, dove ha insegnato prima nei licei, poi all’Università, infine alla Scuola Normale. Era nato in Puglia, a Altamura, nel 1924, in una famiglia di estrazione socio-culturale umilissima; uomo di invidiata bellezza e impeccabile eleganza, aveva nel suo habitus intellettuale, non meno che nei modi e nel portamento, una sprezzatura aristocratica. Non leggeva mai per dovere professionale; studiava solo gli autori che più amava, e di cui conosceva a memoria migliaia di versi: Dante, Ariosto e Montale, oltre ovviamente a Leopardi, di cui era...