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Addio a Marco Rosci, storico del Seicento lombardo

Addio a Marco Rosci, storico del Seicento lombardoMarco Rosci, negli anni sessanta, mentre spiega a Brera «Il martirio di San Vitale» di Federico Barocci

Marco Rosci, un occhio manzoniano negli anni sessanta Ricordo in morte dello storico dell'arte novarese. Intrinseco di Wittkower e di Testori, ha segnato, con forza interpretativa e profonda umanità, la migliore stagione di studî del dopoguerra

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 9 luglio 2017
Il posto che occupa Marco Rosci nella cultura storico-artistica del Novecento italiano è soprattutto legato a una stagione gloriosa: gli anni sessanta quando, nel solco di Giovanni Testori «in Valsesia socius», riscopre un settore fino a quel momento negletto dagli studi: il Seicento lombardo. Un Seicento lombardo che – contro le moderne letture estensive del «Barocco lombardo» (dove Barocco si pensa sia sinonimo di vendibilità) – è «interpretativo» e «parziale», giocato su suggestioni letterarie, Manzoni in primis, che diventano la chiave per spiegare il secolo, un secolo che si chiude poco oltre il 1630. Il novarese Rosci, classe 1928, si...

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