Visioni

Addio Lindsay Kemp, coreografo dell’incantesimo

Addio Lindsay Kemp, coreografo dell’incantesimo

Teatro Rivelato con «Flowers», rilettura di Genet, maestro di Bowie, ha inventato tra infinite suggestioni universi e personaggi fuori da ogni genere (e gender)

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 26 agosto 2018
Per conoscere Lindsay Kemp, mancato ieri a Livorno dove viveva e lavorava da diversi anni, la fonte migliore è un film di Theo Eshetu, Travelling Light (1992) che dell’artista inglese traccia un ritratto non di parole, interviste o archivi ma provando a restituire quel flusso di universi che ne attraversano l’opera. Perché Kent, nato nel 1938 a Cheshire, e cresciuto a South Shields in una famiglia proletaria (il padre era morto quando era piccolo), nella sua ricerca amava mischiare suggestioni artistiche diverse, danza, mimo, burlesque sfuggendo alle etichette di un «genere» (e di un gender) tra i suoi mille travestimenti....

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi