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Addio senza rimpianti alla legislatura che doveva cambiare la Costituzione

Riforme Dentro il gruppo parlamentare Pd ingaggiai una battaglia solitaria contro la violazione della procedura ordinaria di revisione costituzionale contemplata dall’art. 138, la inopinata estensione dell’oggetto della riforma, l’indebita interferenza del […]

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 20 dicembre 2013
Dentro il gruppo parlamentare Pd ingaggiai una battaglia solitaria contro la violazione della procedura ordinaria di revisione costituzionale contemplata dall’art. 138, la inopinata estensione dell’oggetto della riforma, l’indebita interferenza del governo in una materia di schietta competenza parlamentare. Ancora una volta si è riaffacciato il mito fuorviante della grande riforma: quattro o cinque titoli, quasi tutta intera la seconda parte della Carta. Sono stato tra i pochissimi deputati del Pd a non votare la legge costituzionale istitutiva del Comitato dei quaranta che, appunto in deroga al 138, avrebbe dovuto fare da motore del processo riformatore. Sia chiaro: non sostenevo e...

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