Cultura
Adriana Cavarero e il divenire inclinato del pensiero
Etica pubblica La filosofa italiana affronta la crisi dell’«universalismo» e l’esaurirsi del potere performativo del «soggetto», pensato sempre e solo al maschile
Etica pubblica La filosofa italiana affronta la crisi dell’«universalismo» e l’esaurirsi del potere performativo del «soggetto», pensato sempre e solo al maschile
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 28 gennaio 2014
Nelle contraddittoria scena inaugurale della filosofia, Adriana Cavarero si è avventurata più volte. Lo ha fatto sempre con un’insolita ed elegante solidità di pensiero. Anche Inclinazioni. Critica della rettitudine (Raffaello Cortina) corrisponde ad un’operazione che sfugge al già detto, per inchiodare le crepe del tradizionale pensiero filosofico così preso dall’autocelebrazione di se stesso. In tal senso, il libro si dimostra impeccabile e capace di coniugare la sapienza delle fonti con uno sguardo inedito su alcuni luoghi significativi di cui l’autrice si serve con dovizia. Ciò che però risulta ancora una volta stringente, è la traiettoria dello sguardo: di filosofa della differenza...