Antony Gormley, «The Brick Man (Model)», 1987
Alias Domenica
Agamben, la vita è forma e si genera vivendo
L’uso dei corpi del filosofo romano per Neri Pozza Da vent’anni l’autore di «Homo sacer» ha esibito, e poi sciolto, le relazioni fondamentali dell’ontologia politica. Qui, dove vita e forma, zoè e bios, essere e modi d’essere sono tutt’uno, l’opera coincide con l’inoperosità
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 28 dicembre 2014
Chiudendo nel 2011 Altissima povertà (il volume IV, 1 della grande opera Homo sacer), Giorgio Agamben evidenziava la grandezza e i limiti della regola francescana: una forma di esistenza che situandosi fuori dal diritto, rifiutando la proprietà in nome dell’uso, definiva tuttavia l’uso ancora rispetto al diritto, in maniera unicamente negativa. Era infatti mancata al francescanesimo «una definizione dell’uso in se stesso», che veniva infine concepito dai suoi difensori come una serie di atti di rinuncia. Agamben si congedava dunque dal lettore lasciando aperta la duplice domanda: «Come potrebbe davvero un uso tradursi in un ethos e in una forma...