Alias
Ahmed Abdalla la via sufi al nuovo cinema egiziano
Intervista Nel suo terzo film il regista non si avvicina a piazza Tahir, mostra invece i quartieri degli emarginati dove trova rifugio il suo protagonista Asser Yassin fuggito dalla prigione
dal set di "Al Fursha wa al Ghatta", (il materasso e il coperchio)
Intervista Nel suo terzo film il regista non si avvicina a piazza Tahir, mostra invece i quartieri degli emarginati dove trova rifugio il suo protagonista Asser Yassin fuggito dalla prigione
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 12 luglio 2014
Vincenzo MatteiIL CAIRO
Al Fursha wa al Ghatta, il materasso e il coperchio, forse non poteva esserci descrizione migliore per la piega che ha preso la rivoluzione egiziana dopo l’intervento dei militari il 3 luglio del 2013: sbattere i Fratelli Musulmani in carcere e mettere il coperchio alla rivoluzione. Ma Ahmed Abdalla, classe 1978, definisce il proprio film come incentrato sul senso della parola libertà scaturito dalla rivolta di Tahrir nel gennaio del 2011. Il protagonista, Asser Yassin, durante le prime sommosse della rivoluzione egiziana riesce a scappare da una prigione ubicata in un posto indecifrabile. Yassin trascina con se un altro evaso...