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Alcaraz domina al Roland Garros: battuto il tedesco Zverev

Alcazar nel match contro ZverevAlcazar nel match contro Zverev – foto Ansa

Sport Il tennista spagnolo conquista il torneo dopo un match combattuto (3-2) e torna secondo alle spalle di Sinner

Pubblicato 6 mesi faEdizione del 10 giugno 2024

Carlos Alcaraz è il nuovo campione degli Open di Francia. Con la vittoria in cinque set (6-3 2-6 5-7 6-1 6-2) su Alexander Zverev, lo spagnolo diventa numero due del mondo ed è il giocatore più giovane di sempre a conquistare in così breve tempo tre Slam su cemento, erba e terra rossa. Non è stata una finale spettacolare, anche se proprio Alcaraz ha saputo mostrare cose che agli umani difficilmente sono concesse. A un primo set dominato dal neo-campione sono seguiti due parziali nei quali il tennista di Murcia ha mostrato degli evidenti cali di tensione, non sappiamo se dovuti a problemi fisici o di concentrazione. In particolare, nel terzo set, issatosi sul 5-2 ha poi subito l’inarrestabile rimonta del tedesco. A quel punto, quando Zverev sembrava pronto per conquistare il suo primo Slam (solo in un’occasione, a New York nel 2020, aveva raggiunto una finale persa ancora in cinque set con Dominic Thiem), la qualità di Alcaraz ha fatto la differenza. Un repertorio colmo di smorzate (a dire il vero non tutte efficaci), pallonetti, passanti, recuperi portentosi, rovesci e dritti lungolinea fulminanti, ha messo in chiaro chi dei due meritasse il titolo. In alcune situazioni, Zverev si è mostrato fin troppo passivo e incerto sul da farsi.

Siniakova e Gauff vincono nel doppio femminile, sconfitte le azzurre Errani – Paolini

PER IL TENNISTA di Amburgo è una sconfitta sportiva dolorosa. Potrà consolarsi pensando che se avesse praticato un altro sport professionistico, ad esempio la pallacanestro negli Stati Uniti, molto probabilmente non sarebbe neanche potuto scendere in campo. Organizzatori francesi e, in questi mesi, ATP non hanno reputato gravi le accuse di violenza domestica per cui era sotto processo. Ora grazie a un accordo economico che ha evitato un verdetto (proprio nei giorni del torneo), tutti si sentono sollevati dal non dover più affrontare una questione che in realtà meritava più attenzione e prese di posizione.


In mattinata, si è disputata la finale del doppio femminile. Jasmine Paolini e Sara Errani non sono riuscite a vincere, sconfitte 7-6 6-3 dall’inedita coppia formata da Katerina Siniakova e Coco Gauff. Per entrambe le italiane, queste due settimane parigine resteranno comunque impresse nella memoria. In momenti totalmente diversi della loro vita sportiva, hanno ottenuto risultati inaspettati e, al tempo stesso, meritati. Paolini con le due finali a Roland-Garros ha firmato una delle più grandi sorprese nella storia di questa competizione. Se è vero che la sua scalata nella classifica mondiale poteva indurre all’ottimismo, pensarla addirittura protagonista dell’atto finale, pareva l’azzardo di uno scommettitore che deve recuperare una grossa somma di denaro.

NON SAPPIAMO se qualcuno si sia realmente arricchito o abbia azzerato i debiti, di certo la vittoria ai quarti con Elena Rybakina è stata una delle più belle partite giocate dall’atleta toscana, capace, quando la favola sembrava giunta all’epilogo, di sconfiggere la ben più titolata avversaria. E paradossalmente l’incontro con la diciassettenne Mirra Andreeva, la predestinata, è stata di una «semplicità» disarmante, da giocatrice abituata a certi appuntamenti.

Se le vicende di Paolini hanno stupito addetti ai lavori e appassionati, quelle di Errani entrano nella categoria del paranormale. A trentasette anni, col fastidioso ronzio di chi ripete continuamente che dovrebbe ritirarsi, la finalista di Roland-Garros 2012 (sconfitta da Maria Sharapova) e capace di raggiungere l’anno seguente la quinta posizione nella classifica mondiale, gira per il tour WTA affrontando qualificazioni per accedere ai tabelloni di tornei minori dall’Australia al Sud America. Ritrovarla in doppio con Paolini, dopo che con Roberta Vinci si era aggiudicata cinque titoli Slam tra il 2012 e il 2014, è appunto qualcosa che non poteva essere immaginato nemmeno in un film di Luca Guadagnino. E, da un certo punto di vista, abituati a parlare di tennis col pallottoliere in mano per calcolare il numero di vittorie delle sorelle Williams, di Roger Federer, Rafa Nadal, Novak Djokovic, e pronti ad aggiornare i record con Iga Swiatek, Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, seguire Errani riporta tutto nella giusta prospettiva, mettendo in primo piano il piacere del giocare.

AD ALZARE il trofeo, dunque, sono state Siniakova e Gauff. La ventottenne tennista ceca, separata dalla sua abituale compagna Barbora Krejcikova, ha chiesto a Gauff (a sua volta senza Jessica Pegula, ferma per un infortunio) di unirsi a lei non più di due giorni prima dell’esordio nel torneo. Nella partita, Errani e Paolini hanno opposto resistenza con un’eccezionale visione di gioco. Non è bastato per avere la meglio sulle più forti Gauff e Siniakova. La coppia italiana, a differenza di quella ceco-statunitense, si ripresenterà a Parigi a fine luglio per le Olimpiadi. Non sarà facile ripetersi. Ma come si dice ai Giochi, «l’importante è partecipare».

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