Alias Domenica

Alejandra Pizarnik, un laboratorio di eccessi linguistici per modellare il manichino dell’Io

Alejandra Pizarnik, un laboratorio di eccessi linguistici per modellare il manichino dell’IoAlejandra Pizarnik

Carteggi d'autore «L'altra voce», una selezione dalle lettere della poetessa argentina, Giometti&Antonello

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 19 luglio 2020
Tutta l’opera di Alejandra Pizarnik può essere letta come un tentativo letterario di sottrarsi. E «sottrazione» (o ancora di più, «assenza») è una parola profondamente alejandrina (aggettivo coniato dall’autrice): a una prima lettura, la parole dei suoi scritti in prosa può apparire come costruita sul progetto di una ricerca di «spazio», sull’esigenza di abbreviare lo iato tra parole e cose, grazie soprattutto al suo attingere nel corso degli anni ad una langue ipotetica e immaginifica. Guardando al corpus della sua opera in modo unitario – Pizarnik, nata nel 1936, ha licenziato tra il 1955 e il 1971 sette raccolte di...

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