Alias Domenica
Aleksievic, auscultazione del mistero sovietico
«Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo», Bompiani Origliando dalla viva voce dei protagonisti, e assemblando come in un collage, storie minime di «socialismo domestico», Svetlana Aleksievic prova a guardare l’Urss da una nuova prospettiva
Mosca, casa comune per il Narkomfin realizzata nel 1930 da Moisej Ginzburg e Ignatij Milinis, da «L’Avanguardia perduta», fotografie di Richard Pare, Jaca Book, 2007
«Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo», Bompiani Origliando dalla viva voce dei protagonisti, e assemblando come in un collage, storie minime di «socialismo domestico», Svetlana Aleksievic prova a guardare l’Urss da una nuova prospettiva
Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 12 ottobre 2014
Quando Fedor Tjutcev scriveva nel 1866 «La Russia non si intende con il senno,/ in essa si può soltanto credere» non immaginava certo che con questi versi avrebbe fornito a distanza di anni una sorta di giustificazione a quella parte dell’opinione pubblica occidentale incline a sottolineare a ogni piè sospinto l’apparente inspiegabilità di quanto accade all’ombra del Cremlino. Il mito di questa presunta incomprensibilità – trasformatosi ben presto in un trito cliché – sarebbe poi passato in eredità, quasi per osmosi, a quella compagine plurinazionale – l’Unione Sovietica – destinata a subentrare alla Russia e a sovrapporsi nell’immaginario collettivo a...