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Alfonso Santagata, elogio al teatro del margine
Intervista Il regista e drammaturgo racconta la sua nuova scrittura teatrale, «Lei», ispirata a Fëdor Dostoevskij: «Vedo il teatro come un luogo di lotta, un’arena»
«Quali Fantasmi» di e con Alfonso Santagata da Eduardo De Filippo
Intervista Il regista e drammaturgo racconta la sua nuova scrittura teatrale, «Lei», ispirata a Fëdor Dostoevskij: «Vedo il teatro come un luogo di lotta, un’arena»
Pubblicato 11 mesi faEdizione del 6 gennaio 2024
Domenico SabinoNAPOLI
Incontro Alfonso Santagata alla vigilia del debutto, al Teatro Comunale Niccolini di San Casciano Val di Pesa (Firenze), della sua nuova scrittura teatrale Lei ispirata al romanzo La mite di Fëdor Dostoevskij. Tra gli interpreti riconosciuti del rinnovamento della scena italiana, amalgama la sperimentazione, la ricerca di nuovi linguaggi, idiomi con la rilettura/tradimento della tradizione. È da sempre in antitesi con logiche mercificate del Teatro. Qual è stato il tuo percorso artistico come drammaturgo e come regista? Io iniziavo negli anni fortunati. Li chiamo così perché non sono più tornati. Molto, moltissimo tempo fa, negli anni Settanta, ho frequentato la...