Alias Domenica
Alighiero Boetti e il libro di Agata
Nel «Gioco dell’arte», libro coloratissimo, la figlia di Alighiero Boetti descrive un lessico famigliare con cui riusciamo a penetrare in modo meno mentale nell’opera del padre: il ludico «cifrato» si apre così a nuovi orizzonti di senso
Una fototessera con Alighiero Boetti e la figlia Agata, che scrive: «Prima di andare a scattare questa fototessera, avevamo trovato la regola del gioco: la foto sarebbe stata in bianco e nero, dunque lui in nero, io in bianco»
Nel «Gioco dell’arte», libro coloratissimo, la figlia di Alighiero Boetti descrive un lessico famigliare con cui riusciamo a penetrare in modo meno mentale nell’opera del padre: il ludico «cifrato» si apre così a nuovi orizzonti di senso
Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 20 novembre 2016
Te ne accorgi subito, quando ti cambia l’idea di un artista. Il momento in cui ti si accende in testa. Magari perché ti ci imbatti proprio quando – per una serie di coincidenze non programmabili – sei finalmente in grado di «vederlo». A me è capitato, per esempio, colla personale di Michelangelo Pistoletto, Da uno a molti. Come tutti conoscevo i Quadri specchianti, ne ammiravo l’agudeza così cool. Ma quell’eleganza la trovavo pure frigida, se non proprio mortifera. Finché quel giorno al MAXXI mi si rivelano il gioco sottile, l’umorismo imprevedibile di quel Pistoletto anni sessanta. A un certo punto,...