Alias Domenica
Alle isole Solovki la storia è fatta di ciò che si tace
Narrativa russa Trasferendo gli stilemi del romanzo picaresco sullo sfondo degli anni venti, Zachar Prilepin concepisce una narrazione-fiume intorno al rapporto con l’entità sovraindividuale dello Stato: «Il monastero», edizioni Voland
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Narrativa russa Trasferendo gli stilemi del romanzo picaresco sullo sfondo degli anni venti, Zachar Prilepin concepisce una narrazione-fiume intorno al rapporto con l’entità sovraindividuale dello Stato: «Il monastero», edizioni Voland
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 18 giugno 2017Edizione 18.06.2017
«D’altronde che cos’è la verità, se non ciò che si ricorda?» Con questa domanda all’apparenza retorica Zachar Prilepin introduce fin dalle prime pagine quello che si rivelerà uno dei motivi conduttori del suo ultimo romanzo, uscito in Russia nel 2014. Il monastero (traduzione di Nicoletta Marcialis, Voland, pp. 816, euro 25,00) trae infatti la sua motivazione dal contrasto tra la Storia così come emerge dalla narrazione dei testimoni oculari – spesso lacunosa o parziale, eppure dotata di una sua logica interna – e la visione frammentaria, quasi atomizzata, restituita dai documenti d’archivio. Cosa rimane oggi delle centinaia di vite inghiottite...